Dopo la negativizzazione al tampone Covid19, non sempre si torna alle normali attività come se nulla fosse.
La sintomatologia residua dopo l’infezione da Covid-19 è variabili e dipende da diversi aspetti: in primo luogo dalla gravità dei sintomi in fase acuta (dal paziente asintomatico o poco sintomatico al paziente che ha necessitato di trattamento rianimatorio) ma anche dalle eventuali complicanze intercorse e dalla situazione clinica pregressa.
In ogni caso, spesso, dopo la guarigione virologica residuano debolezza, facile stancabilità e difficoltà di movimento, a cui occorre aggiungere le disfunzioni della sfera cognitiva ed emotiva.
La priorità, però, è rappresentata dal deficit respiratorio secondario alla polmonite interstiziale diffusa.
Una volta tornati a casa, i pazienti raccontano di essere molto stanchi anche dopo aver svolto attività routinarie (come per esempio una doccia o una breve passeggiata).
Il più delle volte i quadri clinici coinvolgono più apparati.
L’intervento riabilitativo è modulato diversamente in base alla sintomatologia ed adeguato alle necessità clinico funzionali che il malato ha in quel momento.
Ad oggi, non esistono linee guida condivise per la riabilitazione rivolta ai pazienti colpiti dal Covid-19.
Nella fase acuta in cui è presente una insufficienza respiratoria, per esempio, l’attività motoria deve essere risparmiata, per evitare l’incremento del consumo di ossigeno, già gravemente compromesso, mentre vanno effettuate posture e manovre di espansione toracico polmonare, di drenaggio delle secrezioni prevalentemente passive.
Nella fase post-acuta, l’astenia e la fatica sia respiratoria che motoria sono predominanti e sono, spesso, associate a sintomi depressivi legati al prolungato isolamento e la perdita delle relazioni con i familiari e alle condizioni cliniche seguenti la fase acuta.
Nei soggetti fragili, come gli anziani, osserviamo, inoltre, un decadimento cognitivo di diversa variabilità.
L’attività riabilitativa sarà finalizzata al graduale recupero della resistenza e dell’autonomia funzionale, tramite utilizzo degli ausili più idonei a far recuperare la fiducia e la sicurezza nei propri mezzi associati ad esercizi respiratori e di potenziamento.
Inoltre, viene favorita la terapia occupazionale per riprendere confidenza con le attività della vita quotidiana.
Nell’ultima fase gli esercizi respiratori saranno maggiormente attivi e il paziente sarà guidato a riprendere e a riconoscere le proprie capacità. Il vedere i valori del saturimetro che rimangono stabili durante l’esercizio dà una forte spinta motivazionale, perché indica l’avvicinarsi della guarigione completa.
Importante è, quindi, sapere che fatica, affanno per attività minimali, difficoltà attentive, insicurezza, ansietà e disturbi del riposo notturno, purtroppo, spesso residuano per diversi mesi dopo la negativizzazione.
Tutti questi effetti sottolineano come l'alterazione immunitaria possa essere responsabile di una serie di conseguenze a livello psichico, neurologico ed endocrino.
L'integrazione con una terapia a base di CBD e di cannabis medica può essere utile per:
Dott. Carlo Privitera, Medico, Medico Chirurgo, CEO Progetto MediCOmm
Dott.ssa Laura Greco, Medico Fisiatra, Responsabile Physiomed-Medicina fisica e riabilitazione
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